Che senso ha la vita degli Atei ?
Per una persona atea-materialista, ovvero che non crede in alcun tipo di spiritualità, la realtà è costituita da materia, fatta da N atomi. Si potrebbe dunque formalizzare il tutto come una realtà W costituita da tutte le permutazioni N! degli atomi.
W = tutte le possibili disposizioni degli atomi
N! = tutte le possibili permutazioni degli atomi
W = N!
Il punto esclamativo(!) sta ad indicare l'operazione matematica del fattoriale: N! = 1×2×3×4×5×6×7... N
Dobbiamo però considerare anche tutte disposizioni che possono cambiare nel tempo, dato che il sistema degli atomi, come possiamo osservare nella vita, non è statico. Fissiamo il tempo t₀ come inizio e il tempo t₁ la fine delle trasformazioni, ovvero fissiamo una durata media della vita:
W(t₁) - W(t₀) = ∆W = tutte le disposizioni nel tempo
t₁ - t₀ = ∆t = durata della vita
Per una persona atea tutta la sua esistenza è delimitata da quel ∆t, mediamente caratterizzato da una durata che oscilla fra i 75 e i 100 anni. Vi sono certo eccezioni, come il poter durare anche 110 e 115 anni, ma comunque l'intervallo non va oltre il secolo e qualche decennio. Tutto quello che è successo prima e quel che succederà dopo non lo riguarda, dato che perderà gli strumenti organici anche solo per poterlo percepire. Ergo, una persona atea dovrebbe vivere la vita a pieno fra i 20 e i 50 anni (ovvero in un intervallo di tempo di 30 anni), nel pieno delle forze fisiche e mentali (che per l'ateo sono la stessa cosa), prima che l'impotenza sessuale e la vecchiaia sopraggiunga. Deve inoltre sperare che i suoi obbiettivi della vita siano raggiungibili in quell'intervallo di tempo, altrimenti non li raggiungerà mai. Non ha infatti senso per un ateo un progetto per le future generazioni, dato che a lui la cosa non lo toccherà mai personalmente.
Dunque la vita dell'ateo è una vita limitata ad un intervallo di una decina di anni, che comunque prima o poi finirà in toto nel nulla.
Commenti
Posta un commento