Ateismo e Libero Arbitrio
Per l'ateismo tutte le scelte che compie una persona non sono altro la somma di segnali biochimici mediati da scariche elettriche e neurotrasmettitori. Riassumendo brutalmente, potremmo identificare la personalità di un soggetto come tutte le attività svolte dal SNC (anche se una non marginale influenza è dovuta al SNP e ad alcuni tessuti del sistema renale, surrenale, cardiaco e digerente). Ergo, determinati stimoli esterni alla persona comporteranno determinate risposte psichiche interne alla stessa. Possiamo dunque trattare la psiche umana come un meccanismo non molto diverso dagli altri processi fisiologici e farne un quadro statistico.
Il giornalista e scrittore ateo Karl Marx prende la palla al balzo, e nel 1867 pubblica il suo lavoro principale, Il Capitale, dove descrive l'umanità come una lotta fra Classi. Classi composte da persone aventi uno schema mentale molto simile fra di loro, dovuto al fatto che vivono in condizioni simili. La Classe Operaia è tale perché mangia determinato cibo, lavora determinate ore e in un determinato modo, frequenta determinati luoghi e così via; stesso discorso per la Classe Borghese.
Possiamo considerare una classe marxiana come un tessuto, dove al posto delle cellule vi sono le varie persone che compiono azioni simili fra loro. Se il tessuto adiposo è formato da adipociti, il tessuto operaio è formato da operai in fabbrica. Bisogna ora focalizzarci su quanto questa visone sia in accordo con la realtà.
La stessa vita di Karl Marx è in realtà un'esperienza che va contro la sua teoria. Non si comprende infatti come il Marx possa interessarsi al benessere della classe operaia, lui che è nato in una famiglia ed ambiente borghese e liberale. Il problema poi si trova nella stessa classe operaia europea, dove le varie differenze culturali daranno risvolti storici diversi (la classe operaia tedesca ed italiana non seguirà in toto la tentata rivoluzione nel 1919, la classe operaia inglese nemmeno ci proverà).
Un altro problema è la questione della religione spiegata tramite l'evoluzione NeoDarwinista. Se credere è stato per millenni un vantaggio evolutivo (credere in una causa e in un fine rendeva i soggetti più avvantaggiati nella sopravvivenza nel mondo) perché andare conto una vantaggio di specie ? L'ateismo è dunque un'ideologia anti-evolutiva ? Che senso avrebbe, in una visione materialista, andare contro il naturale progresso della materia organica ?
Queste domande devano trovare una risposta da parte dell'intellighenzia atea !
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